Con l’espressione “sport cristiano” o “sport cattolico” si è soliti designare l’insieme di quelle attività che connotano l’associazionismo ricreativo del mondo cattolico a partire dall’inizio del Novecento. O, ancor prima, l’attività di educatori come San Filippo Neri e San Giovanni Bosco. I circoli oratori, le società ginnastiche o ramificazioni a livello nazionale come la FASCI connotano certamente il fenomeno dal punto di vista associativo. Ma non lo esauriscono. Esiste in realtà una riflessione più profonda, fino ad ora rimasta sotto traccia, che guida l’attività dell’associazionismo sportivo cattolico nel Novecento. Elaboratore è la originale figura di Giovanni Semeria, barnabita ligure, le cui considerazioni condizioneranno tutta la filosofia dello sport cristiano nel Ventesimo secolo. E’ la cosiddetta filosofia del cristianesimo “di concorrenza”, tesa a contrastare le ben note teorie di Friedrich Nietzsche sul cattolico “fiacco e debole”. Lo sport – secondo il pensiero di Semeria - avrebbe per l’appunto dovuto creare una nuova “razza di cattolici” in grado di competere senza timori reverenziali e timidezze con gli avversari. La disfida sportiva avrebbe dovuto in definitiva creare una perfetta fusione fra spirito e corpo in grado di forgiare una nuova antropologia del militante cattolico. Figure esemplari dello sport cristiano come Gino Bartali o l’interesse di pontefici come Pio XII e i suoi successori sono debitori della riflessione che – non senza contrasti e difficoltà – Giovanni Semeria elaborò all’inizio del Novecento e che si propone in questo libro.
Giovanni Semeria, Sport cristiano / Pivato, Stefano. - (2011), pp. 1-81.
Giovanni Semeria, Sport cristiano
PIVATO, STEFANO
2011-01-01
Abstract
Con l’espressione “sport cristiano” o “sport cattolico” si è soliti designare l’insieme di quelle attività che connotano l’associazionismo ricreativo del mondo cattolico a partire dall’inizio del Novecento. O, ancor prima, l’attività di educatori come San Filippo Neri e San Giovanni Bosco. I circoli oratori, le società ginnastiche o ramificazioni a livello nazionale come la FASCI connotano certamente il fenomeno dal punto di vista associativo. Ma non lo esauriscono. Esiste in realtà una riflessione più profonda, fino ad ora rimasta sotto traccia, che guida l’attività dell’associazionismo sportivo cattolico nel Novecento. Elaboratore è la originale figura di Giovanni Semeria, barnabita ligure, le cui considerazioni condizioneranno tutta la filosofia dello sport cristiano nel Ventesimo secolo. E’ la cosiddetta filosofia del cristianesimo “di concorrenza”, tesa a contrastare le ben note teorie di Friedrich Nietzsche sul cattolico “fiacco e debole”. Lo sport – secondo il pensiero di Semeria - avrebbe per l’appunto dovuto creare una nuova “razza di cattolici” in grado di competere senza timori reverenziali e timidezze con gli avversari. La disfida sportiva avrebbe dovuto in definitiva creare una perfetta fusione fra spirito e corpo in grado di forgiare una nuova antropologia del militante cattolico. Figure esemplari dello sport cristiano come Gino Bartali o l’interesse di pontefici come Pio XII e i suoi successori sono debitori della riflessione che – non senza contrasti e difficoltà – Giovanni Semeria elaborò all’inizio del Novecento e che si propone in questo libro.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.